Toccami, spezzami, guariscimi
Angel si sentì galleggiare, infatuato dalla speranza che Husk provasse qualcosa, qualsiasi cosa, per lui, e che avrebbe continuato a concedergli questa consolazione.
Angel voleva solo che durasse. E durò.
Husk gli permise di appoggiare il braccio sulla sua spalla e di attirarlo in un abbraccio laterale e civettuolo. E per strada o rilassandosi nell'atrio, Angel scoprì che le ali di Husk cominciavano a ricadere su di lui impulsivamente, tenendolo vicino e tenendo lontana da entrambi la crudeltà dell'inferno.
Più spesso che no, Husk e Angel erano gli ultimi ad addormentarsi, soprattutto perché Angel tornava a casa così tardi – eppure Husk lo aspettava sempre al suo ritorno. In quelle notti in cui Angel era troppo stanco per salire le scale, Husk lo faceva sedere sui divani e gli offriva un bicchiere di whisky ghiacciato. Parlavano finché la voce di Angel non diventava bassa e stanca, e reale.
Oppure;
Il linguaggio d'amore di Angel e Husk è il contatto fisico. Seriamente, non riescono a tenersi le mani addosso e questo inizia a superare certi limiti, ponendo la domanda: che cosa erano?
Due spacciatori di merda potevano forse essere buoni l'uno per l'altro?
Oppure oppure;
Pura sofficità Huskerdust!!!!