ทิม ดรэйค และ ปีเตอร์ ปาร์คเกอร์

L'ultima cosa che Peter vede è l'espressione orrifica e straziata di Tony che si china su di lui. La colpa nei suoi occhi è quasi peggio del dolore bruciante che sta disgregando Peter pezzo per pezzo. Il mondo inizia ad oscurarsi. C'è un lampo di oro e verde. Per un attimo, si ritrova in piedi tra i Guardiani e altri. E poi di nuovo il buio. Sembra un battito di ciglia; un lungo periodo di nulla che finisce bruscamente come inizia. Un momento non c'è niente, il momento successivo c'è luce. "Piano," dice una donna. Le sue parole sono gentili, e hanno un leggero accento che non riesce a riconoscere. "Mi chiamo Wonder Woman. Come ti chiami?"

Peter sentiva il dolore del suo corpo che cercava di ricomporsi mentre veniva lacerato. Il suo sesto senso gli urlava del pericolo, un pericolo dal quale non poteva scappare. Comunque supplicò, supplicò Mr. Stark di salvarlo. Sapeva che non era giusto per l'uomo... lo fece comunque. Trattenendo le lacrime, Peter si scusò con il suo mentore mentre svaniva in polvere. Verde, un verde fluorescente brillante gli riempiva la vista, stava annegando in esso. Annega. Non riusciva a respirare, il verde gli riempiva le narici, la bocca, i polmoni. Fino a quando non lo fu più, non stava annegando e respirò profondamente, tossendo il liquido verde mentre ansimando avidamente cercava aria. Non c'era nessuno a dire a Peter che stava bene, né la presenza confortante di sua zia, né il profumo di cannella a riempire le narici, né l'olio motore a cui era diventato così familiare grazie al suo mentore. Era davvero solo in questo mondo freddo e oscuro. Troverà una via di ritorno a casa? O dovrà crearne una nuova in questo mondo sconosciuto? (Ho impostato questo lavoro come per Adulti per le pesanti menzioni e rappresentazioni di autolesionismo e pensieri suicidi)